Boccaccio 2000

22.03.2013 00:00

La storia delle orse del "Centro di Spormaggiore" è istruttiva ed esemplare. Una storia boccaccesca e grottesca. Nel 2006 le due orse Cleo e Kora (l'assegnazione di un nome è palese strategia linguistica di umanizzazione) che si trovano nell' Area Orsi erano diventate un' attrattiva troppo forte per gli orsi che vivono in (pseudo) libertà. Uno dei quali, in primavera, preso dalla fregola aveva scavalcato il recinto da consumato acrobata per accoppiarsi con loro (tutte, alcune?) Avranno preso i tamponi vaginali? Un episodio di quelli che rafforzano nell'immaginario collettivo l' ambigua identificazione che l'uomo nella sua storia ha sviluppato nei confronti dell'orso, un alter-ego bipede, peloso ma forte, guerriero e sessualmente insaziabile (il successo degli animali "carismatici": orso, lupo aquila, risiede in larga misura, ancora oggi come presso i nostri antenati paleolitici, in questi meccanismi di autoidentificazione).

Il Parco dell'Adamello Brenta, signore delle orse e demiurgo di tutta l'operazione di ripopolamento ursino, degno successore dei signori feudali e fedele esecutore testamentario del "papà degli orsi trentini" (il senatore milanese Gian Giacomo Gallarati Scotti dei principi di Molfetta), decise - previo parere "scientifico" dell'Istituto Nazionale della fauna Selvatica (ci mancherebbe), di castrare le orse. Le 1000 firme contro la sterilizzazione non vennero invece prese in considerazione. Vi era il rischio della presenza di focosi maschi presso la recinzione (per il personale e per i visitatori, l'orso è un peluche, però non si sa mai...) e non si potevano moltiplicare gli orsi per mancanza di spazio (oltre che per non urtare la suscettibilità etica dei puristi conservazionisti). Sull'esito dell'operazione chirurgica delle due orse l'Ansa del 28 settembre 2006 si preoccupò di emettere un comunicato per tranquillizzare che temeva con ansia per le orse:

"L' intervento di sterilizzazione delle due orse è stato effettuato ieri sera con un' operazione di ovariectomia (asportazione delle ovaie). L'intervento, realizzato in anestesia totale, ha avuto successo, dicono i veterinari, e già in serata le orse si sono risvegliate. L' operazione e' stata svolta attraverso chirurgia laparoscopica da un'equipe di esperti coordinata dal dottor Friedrich, con l'assistenza della dottoressa Fraquelli".

Come precisa inequivocabilmente l'Ansa si trattò di castrazione (= asportazione delle gonadi maschili o femminili che siano). Ovviamente la "parolaccia" non venne mai pronunciata. La castrazione (anche senza scomodare Freud) è operazione che come poche segna la perdita della ferinitas tanto che nelle culture venatorie tradizionali era spesso praticata sulla preda uccisa per poterla "incorporare" all'universo domestico e quindi consumarla. Che analogie!