Le solite rassicurazioni con lo stampino

22.03.2013 15:03

Sentitasi chiamare in causa la giovane responsabile del servizio faunistico provinciale ha ribattuto a stretto giro di pos6ta sulle colonne del quotidiano. Con dichiarazioni presentate in modo molto poco bipartisan con un occhiello "Il tecnico fa chiarezza". Mah? Tutta questa fiducia nei tecnici sarà ben riposta? (ogni allusione a vicende politiche più ampie è del tutto non casuale).

Per prima cosa la Ferloni mette le mani avanti: "l'orso non l'abbiamo immesso noi". Poi il capolavoro: "è necessario dire che l'orso non è andato in città, a Tirano, ma l'ha attraversata dal versante orobico per andare in Val Poschiavo.È sceso dove gli faceva comodo e si è trovato la strada statale da attraversare. L'orso a una radio collare, cioè un GPS che consente di sapere dove si tratta. Dunque i controlli ci sono. Se M13 passa all'una di notte, ciò non è considerata una problematica. Se però l'animale si fa vedere ancora una seconda sera, magari attirato da cassonetti, allora scatta una maggiore sorveglianza delle forze che interverranno con la polizia provinciale. Nel qual caso si sparerebbero proiettili di gomma e lo si ' disturberebbe'. Se staziona, invece, lo si rimuove. Questo è già concordato". La dottoressa auspicava poi che i pavidi tiranesi non del tutto entusiasti del fatto che un orso passeggi - sia pure in transito - per le vie della loro città si recassero agli incontri già programmati a fine mese a Livigno e a Bormio (dove l'informazione sull'orso a un chiaro significato promozionale nei confronti dei milanesi che stravedono al solo sentir parlare di un orso Yoghi in carne ed ossa che circola per le montagne da loro scelte come meta turistica). Magnanimamente aggiungeva che forse si potrebbe organizzare un incontro anche a Tirano (dove in assenza di turisti da estasiare -ma forse in qualche caso da rassicurare- non era stato valutato valesse la pena sviluppare iniziative di "comunicazione".

Alle dichiarazioni del la Ferloni, che spiega che attraversare una città non equivale ad " andare in città" risponde Ciapponi Landi con una lettera al quotidiano che riportiamo sotto.